Redirect in corso... la mia rinuncia al godimento sintomatico. anoressia bulimia binge
Un piacere che Tortura

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la mia rinuncia al godimento sintomatico..a cura di Francesca R.

 

Perché se mi fa stare così male continuo ininterrottamente a ricercare quei picchi di grandissima adrenalina? Perché non posso fare a meno di abbuffarmi?.. Perchè invece di ragionare su quel dolore mi massacro pur di non sentirlo?

queste domande ovviamente non me le sono mai poste nei momenti sintomatici compulsivi o meno perchè l’unica cosa che contava era riempire quel vuoto che non riuscivo a spiegarmi spingere via quel dolore che provava ad emergere ma che io ad ogni boccone soffocavo..

Inizialmente ero talmente persa che navigavo nel dolore, non riuscivo neanche a vedere la parte di godimento che c’era nelle abbuffate tanto da spingermi a rifarlo ancora,ancora e ancora fino allo sfinimento , ero completamente in balia della malattia. Picchi di grandissimo godimento si alternavano rapidamente a picchi depressivi molto importanti tanto da spingermi a rimanere barricata in casa.. anche una semplice passeggiata era impossibile per me.. avevo una chiusura mentale tale che era impossibile qualsiasi cosa, non ci provavo neanche perchè l’unica cosa che avevo in mente era l’abbuffata, vivevo per quel momento di godimento che facevo fatica a lasciar andare facendo si che le mie abbuffate duravano x ore . Messo in luce il grande gioco della malattia è avvenuta la dolorosissima rinuncia al godimento, uno dei sacrifici + grandi che ho fatto, tanto che inizialmente mi sembrava impossibile poterci riuscire proprio perchè ero concentrata al 1000 x 1000 solo sul sintomo e sul godimento che mi provocava non provando + nessun sapore e piacere in nessuna sfera della vita. E’ stato uno dei primi passi per riuscire ad ottenere la lucidità che mi ha permesso di cominciare a ragionare e lavorare davvero su me stessa. Una volta lucida ho cominciato a realizzare le dinamiche che mi hanno portato alla malattia e ho cominciato a sentire quel dolore che ho soffocato x anni, ma passo dopo passo, dando grandissima importanza ad ogni singolo avvenimento e a come io lo avevo vissuto mi sono concessa di ascoltarlo, nel tempo di metabolizzarlo e digerirlo.

Ci vuole tempo, tanto tempo perché alcuni avvenimenti traumatici possano essere compresi però con le giuste tempistiche che sono assolutamente personali tutto si supera.. piano piano si riacquisisce padronanza in tutte le sfere della vita e il sintomo ma soprattutto quella vita senza nessun sapore ne colore rimane solo un ricordo.. che però mi guardo bene dal dimenticare perché fa comunque parte di me e dimenticarlo sarebbe come cancellare una parte di me.

GRAZIE.

Francesca R.

leggi anche: anoressia - binge - iperattività... Francesca R.

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- una Associazione per la prevenzione, lo studio e la formazione sui disturbi alimentari (anoressia-bulimia), fondata da ChiaraSole Ciavatta e dal Dott. Matteo Mugnani.               CONTINUA

I disturbi alimentari sono patologie incredibilmente dolorose. Il sintomo evidente riguarda sempre il cibo e il corpo, ma è necessario ricordare che si tratta di un male molto profondo, per questo è importante andare oltre alla superficie sintomatica. I sintomi alimentari comunicano emozioni, dolore e sono la manifestazione di un disagio storico spesso incomprensibile per chi lo vive. I sintomi alimentari diventano, paradossalmente, una sorta di rifugio inconsapevole dalla realtà che ha fatto e fa male. Il corpo e il cibo come oggetti che ci si illude di poter controllare. Spesso si ritiene che l’unico problema di chi soffre di queste patologie sia proprio quello del corpo, ma ciò che trae in inganno è proprio il termine DIMAGRIRE. Sul corpo ogni persona materializza il dolore interiore e in questo modo cerca di “dimagrire” proprio di quel dolore che in quel momento non ha un nome.  CONTINUA



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