Redirect in corso... Il dolore non ha peso. Bulimia, anoressia, binge eating (DCA) campagna di sensibilizzazione | MondoSole

Il Dolore non ha peso

bulimia, anoressia, binge eating (DCA) campagna di sensibilizzazione

Via Sigismondo Pandolfo Malatesta, 38 47921
Rimini, Emilia Romagna, Italy
+39 0541 718283
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e appuntamenti
dal Lunedì al Venerdì
dalle 10.00 alle 13.00

Il dolore non ha peso 

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anoressia bulimia binge, stesso dolore, stessa gravità

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 Immagine disegnata da Elisabetta F. Produzione Claim.Lab


Anoressia, Binge, Bulimia... I disturbi Alimentari, sono patologie troppo spesso etichettate da stereotipi banali. Questi profondi disagi non hanno etichette prestabilite. Sono imprevedibili. Il peso non è un parametro attendibile per riconoscere chi soffre di questo infinito dolore.
Queste malattie non possono essere etichettate: NON HANNO PESO, NON HANNO SESSO (possono colpire sia donne che uomini), NON HANNO ETA' (dai 4 ai 61 anni -dati istat-), NE IDENTITA' DI GENERE. Sono malattie elastiche da ogni punto di vista: si può parlare di estremo sottopeso, di normopeso così come di grande sovrappeso, ma tutto questo non toglie nè aggiunge niente al fatto che una persona rimane malata. L'avere più carne addosso è sinonimo dell'avere più vita in corpo e questo risulta inaccettabile.
Questa campagna di sensibilizzazione nasce proprio per cercare di far comprendere all'opinione pubblica che cosa sono realmente queste malattie. Chi è malato ed è normopeso si sente dire che probabilmente non sta poi così male e la persona che sta dicendo questa frase non sa che ad ogni episodio sintomatico bulimico (o di binge eating disorder) quella persona mette seriamente a rischio la propria vita. Non solo, quella persona si sente profondamente in colpa, perchè non è riuscita nel suo intento: quello di mostrare all'esterno tutto il suo dolore interiore.
La sofferenza non si può giudicare dalla dimensione del corpo. La sofferenza va rispettata a prescindere dai clichè.
LA SOFFERENZA NON E' OPINABILE!
Con questa campagna noi chiediamo a tutti voi AIUTO.
Vi chiedo di fare il grande sforzo di provare ad andare oltre ai giudizi insensibili su queste patologie che emarginano sempre più chi soffre di questi mali derisi e reputati superficiali.
Aiuto per cercare di capire oltre 3.000.000 di persone che rimangono in silenzio nella loro sofferenza, chiuse in un abisso di vergogna perchè temono di essere giudicate malamente.
Vi chiedo aiuto nel far sentire un po' meno solo chi sta male, meno giudicato, etichettato, sottovalutato! Si tratta di un mondo a parte che ha le sue leggi, che va rispettato e chissà... magari in questo modo quella persona sceglierà di parlare, di smettere di stare in silenzio e chiederà finalmente aiuto!

Grazie per la vostra attenzione!
ChiaraSole Ciavatta

RIFLESSIONE IDEALE ANORESSICO

ana dca ti divora da dentroSi è portati a pensare che l’anoressia sia solo restrizione assoluta alimentare.
Così come si pensa che una persona ammalata di anoressia sia solo una persona di pochi chilogrammi.
A me sembra decisamente riduttivo!
E’ vero che molte persone arrivano a pesare pochi chili, ma quelle stesse persone quando hanno cominciato a variare la loro alimentazione pesavano diversamente e non erano forse comunque anoressiche?
Il vocabolario descrive l’anoressia mentale come sindrome nevrotica caratterizzata dal rifiuto sistematico del cibo e questa è l’idea comune delle persone, ma assolutamente riduttiva e incompleta del dramma che si vive.
L’anoressia è una forma mentis.
Quando io ero anoressica ho vissuto brevi periodi di digiuno. Ricordo le mie giornate profondamente ossessive. Ogni cosa aveva orari. Il mio ideale di perfezione era assolutamente surreale. A scuola dovevo avere tutti 11: un 9 era un fallimento.
I cibi erano accuratamente selezionati. Gli affetti dovevano essere controllati. Ogni cosa doveva essere sotto il mio controllo e se non lo era vivevo frustrazioni dolorose. Non sentivo la stanchezza grazie all’iperattività e ai nervi anoressici che mi tenevano su in una forma di euforia onnipotente.
Se qualcuno mi diceva che qualcosa non andava io non gli davo retta, io sapevo cosa dovevo fare.
Io ero anoressica in tutto, in tutte le sfere della vita.
Avevo grandi problemi relazionali con le compagne di scuola.

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