Food Victim VITTIME DEL CIBO
Evviva, gioite, rallegratevi, esultate, osanna.
La fine
della vostra battaglia quotidiana con le calorie è finalmente arrivata.
Dall’America, paese notoriamente esportatore di sintomi.
Si chiama
“Enviga”, e ha la forma rassicurante di una comune lattina di bevanda
gassata.
Il gusto è a scelta: te verde, fragola o pesca.
La magia sta
tutta nell’effetto calorico negativo.
Senti come suona bene: effetto
calorico negativo.
Negativo perché, come promette l’azzeccatissima
pubblicità, quando la bevi, anziché introdurre calorie nel corpo, ne bruci
100.
Più precisamente, ogni lattina ne brucia 33, ma siccome la
pubblicità mostra 3 lettine da 33 cl, il messaggio è che “ogni 3 lattine,
bruci 100 calorie.
Magia, sim sala bin, Eureka, Miracolo !!!
Ma come è
possibile? Come fa? Quale misteriosa alchimia?
Semplicissimo: contiene
caffeina. Come tutte le altre bevande già in commercio.
Neanche tanta,
100 mg a lattina, come un caffè americano o una Red Bull.
Contiene
caffeina che accelera il metabolismo corporeo e di conseguenza, almeno in
teoria, produce un maggior consumo di calorie. Detto anche effetto
termo-genico. Fa accelerare le funzioni fisiologiche: il battito cardiaco,
la temperatura, la respirazione, la sudorazione, e questo fa bruciare
qualche spicciolo di caloria.
Più precisamente, Enviga ha 5 calorie per
lattina, e la “promessa” pubblicitaria, al netto degli asterischi, è di
bruciare da 60 a 100 calorie per ogni 3 lattine bevute.
Calcolatrice alla
mano: 60 (calorie) diviso 3 (lattine) fa 20 (calorie idealmente bruciate per
lattina).
E 20 (calorie bruciate per lattina) meno le 5 calorie contenute
in Enviga fa 15.
Dunque 15 calorie ipoteticamente bruciate, o meglio
fatte bruciare al corpo, per ogni lattina.
Non è dato sapere se l’effetto
è garantito sulla singola lattina o solo dopo averne bevute 3.
Che
comunque farebbe 15 per 3 = 45 calorie bruciate idealmente dopo aver bevuto
3 lattine e speso quasi 5 dollari. Lo stesso effetto di una rampa di scale.
In discesa. Che peraltro è gratis e non fa venire né il mal di pancia né
tutti gli altri effetti collaterali tipici delle bibite gassate, che per
eleganza non cito.
Dunque tutta la magia è racchiusa nel claim, nello
slogan pubblicitario: azzeccato, seducente, attualissimo, polaroid impietosa
della società contemporanea, delle sue ossessioni più diffuse e della sua
attesa messianica di una soluzione tecnica miracolosa. "L'alzati e cammina"
di cristiana memoria cede dunque il testimone al più rassicurante "mangia e
dimagrisci", che soddisfa contemporaneamente le esigenze del mercato
economico e del narcisismo estetico.
Ma se non vi piacciono le bibite
gassate, non preoccupatevi, c’è sempre una seconda soluzione, almeno se
siete donne o travestiti: il rossetto “slenderize” di Sephora, un
lucidalabbra glamour che promette di far dimagrire grazie all’estratto di
“garcinia cambogiana”, una pianta tropicale che inibirebbe l’assorbimento di
zuccheri.
Insomma la morale è evidente: siamo già proiettati nella nuova
era post-dietologica: il cibo che fa dimagrire, per di più saggiamente
esportato anche su generi di consumo extra-alimentari come i rossetti. C’è
da scommettere che entro breve lo stesso effetto sarà esportato su creme
dopobarba, saponette, shampoo, scarpe, guanti, cuffie stereo, occhiali,
computer, o chissà che altro.
E in tutto questo orizzonte desolato e
tragicomico, il grande escluso resta il corpo, quella cosa che un tempo ebbe
così tanto successo e valore, che fu sede prediletta di emozioni e passioni,
oggi passato di moda, indesiderato, presenza scomoda e malfidata, come un
oggetto di antiquariato che male si coniuga con le attuali passioni virtuali
e ipocondriache. Dopo questo medioevo tecnologico e apatico, attendiamo con
urgenza un rinascimento che riporti il corpo al suo posto naturale, e dunque
d’onore, lontano dai calcoli matematici delle calorie e dei centimetri,
lontano dalle fobie da contatto emotivo.
dott Matteo Mugnani
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