percosse come metodo educativo?!
Sono giorni che desidero scrivere questo post. Giorni che rimando. Giorni che provo a mettermi davanti ad un foglio di word bianco e le dita non partono tanto è lo sgomento e lo sdegno. Un dolore che purtroppo esiste sempre e non solo ora perché i fatti di cronaca ci informano di questo scempio all’asilo Cip Ciop. Vedere quel video di quel piccolo bimbo di 10 mesi preso a botte, la donne gli tirava i capelli e l’altro bimbo un pochino più grande si è avvicinato per dare un po’ di affetto e comprensione.
Non so, non ci sono parole, non ce ne sono mai. Non ne ho non solo oggi che fatti così gravi emergono alla luce del sole, non ci sono parole nè verso queste persone evidentemente disturbate né verso quello che sono le percosse in senso generale. Scrivo con emozione queste righe. Mi viene spontaneo fare più ragionamenti ad ampio raggio.
Purtroppo nella nostra cultura le percosse sono state un tragico metodo educativo basti pensare al modo di dire “darle di santa ragione”. Ancora oggi si sentono persone che ritengono giusto picchiare o dare dicono “solo una sculacciata o uno schiaffone” per far capire. E dire che di informazione su quanto le percosse in senso generale interrompino la comunicazione se n’è fatta. Si è parlato dei danni delle violenze. Chi è stato vittima di percosse nelle proprie mura domestiche sa che oltre ad imparare cosa fosse il terrore puro non ha appreso anche perché spesso erano condite da parole. Quali e quanti traumi si porta appresso una persona che è stata vittima di percosse.
Un’altra cosa che fa riflettere è sulla supervisione dei luoghi che hanno a che fare con chi dovrebbe prendersi cura dell’altro a partire dall’educazione in poi. Chi si prende carico di valutare l’insegnante?!
Perché mi sento di aggiungere che, Pistoia è un estremo incredibile, esistono insegnanti accorti, ma allo stesso tempo, sento storie incredibili. Punizioni che non dovrebbero esistere che un bimbo non ha le capacità di comprendere né metabolizzare. La domanda nasce spontanea se da una parte una famiglia si trova in difficoltà per dinamiche personali e dall’altra la scuola non si fa carico in nessun modo del benessere educativo della persona, che aiuto avrà quell’essere umano che sta crescendo?!
Sfogliando la vita delle persone mi rendo sempre più conto che prendere botte sembra la normalità… ebbene NON E’ NORMALE. Non lo era ieri e non lo è oggi. Purtroppo chi è stato picchiato ha conosciuto quella realtà come normalità e spesso la ripropone nelle realtà che andrà a creare, si svilupperà così una catena senza fine se individualmente non ci si metterà con coraggio davanti a se stessi a guardare le proprie profonde situazioni per interrompere questo giro.
Gli asili, le scuole… come dicevo, ho avuto modo di conoscere insegnanti realmente interessati al loro mestiere, farlo con passione, ma fatti gravi purtroppo sono all’ordine del giorno e una vera supervisione sarà ora di farla.
ChiaraSole