Perchè a me tutto questo dolore?
Perché?
Perchèèèè???
Perché?!?!?!
Perché????
Perché a me?!?!
Questa domanda è stato un vortice incredibile di dolore che mi ha accompagnato per tanto tempo.
Durante gli anni sintomatici, la parte razionale spesso riconosceva l’”assurdità” di quegli stessi sintomi, ma la forza emotiva che mi costringeva a massacrarmi era più forte. Quell’autodistruzione aveva la meglio su tutto e non mangiare o mangiare tanto… il bisogno viscerale di sradicare ogni brandello di carne dal mio corpo come a voler togliere le colpe del mondo da me era necessario. Una corsa contro il tempo, quindi contro la vita. Ma quella continuava comunque a pulsare e ogni sintomo, ogni percezione più o meno distorta erano una grande schiavitù disarmante: una prigione che amavo e odiava e che mi dava grande adrenalina fondamentale alla mia esistenza. Nei momenti di disperata lucidità ricordo vividamente il mio chiudermi a guscio in camera, in qualche luogo protetto o al porto a me tanto caro. La testa tra le mani e il continuo ripetermi e chiedermi perché? Perché A ME?
Perché questa corsa all’autodistruzione… per un po’ è stato un piangere sul mio dolore e quel fatidico PERCHE’ A ME non mi è servito a molto.
Poi gli anni passavano confusa e illusa da un DA DOMANI inutile ero sempre più sommersa e avvolta da sudicio vomito e affogavo in un fiume di lacrime e ho deciso di capire davvero quel, o meglio, quei PERCHE’.
Aiutata da una professionista ho compreso tutte le cause delle mie compulsioni, della mia malattia.
Perché a me è una domanda che ha tante risposte per ognuno.
Aggiungo una cosa… prima di questo percorso oltre ad averne fatti tanti altri avevo in me la convinzione di sapere già tutto di me. Di avere ogni risposta. Di avere tutto chiaro i perché e i per come di ogni cosa.
Ho imparato che fino a quando si è soli a guardarsi e guardare le dinamiche che riguardano la propria vita si rimane l’unico arbitro di tutto, di conseguenza è praticamente impossibile cambiare prospettiva e angolazione nell’osservare cose e situazioni. Ho imparato, mettendomi in discussione, che ogni perché ne nasconde un altro e tutto quanto è come un gomitolo intrecciato che ha bisogno di tempo per essere srotolato, compreso e digerito.
ChiaraSole