possibili danni e rischi medici dei disturbi del comportamento alimentari
Dati Epidemiologici Nazionali (DATI ISTAT)
Anoressia: (circa 1,5% della
popolazione italiana): circa 750.000 persone
Bulimia (circa 3% della
popolazione): circa 1.700.000 persone (di queste, il 92% soffriva di
anoressia prima dell’insorgenza della bulimia).
Binge e NES: stime (non
ufficiali): circa 7-12% della popolazione (di queste, si stima che almeno l’
11% soffrisse di anoressia prima dell’insorgenza del binge).
Range di
età: tra 4 e 61 anni
Rischio di morte: 3-5% dei soggetti
anoressico-bulimici (tra 75.000 e 122.500, solo per anoressia e bulimia, a
cui vanno aggiunti i decessi per binge e per obesità). I decessi avvengono
prevalentemente per arresto cardiaco (causato da ipokaliemia) ed emorragia
interna (causata da ulcere gastriche).
Sesso: 88% donne, 12% uomini
CONSEGUENZE
Danni fisici e rischi medici dei
Disturbi Alimentari; ANORESSIA; BULIMIA; BINGE EATING
I
disturbi del comportamento alimentare sono sintomi che mettono gravemente a
rischio la vita e che generando danni fisici di particolare
gravità, che all’interno di un percorso terapeutico è buona norma
deontologica prevenire o tamponare, indicando al paziente a quali rischi sta
esponendo il suo corpo sia nell’immediato sia nel tempo che seguirà la
guarigione. Per questo anche chi ha un approccio soltanto psicologico (e non
medico) al problema è bene che conosca questi rischi e che spieghi al
paziente come poter arginare i danni che il corpo sta subendo
quotidianamente. Inoltre è normale che anche questi danni e rischi finiscano
per assumere un particolare valore simbolico nel transfert (come nel caso
del masochismo) e dunque meritano senz’altro un’attenzione particolare.
Cominceremo passando in rassegna prima i danni medici e corporei che questi
sintomi possono generare, per dedicarci in seguito ai rischi di morte. E per
facilitare anche la memorizzazione degli argomenti, divideremo gli argomenti
in funzione delle aree mediche di competenza e delle figure specialistiche
coinvolte: dentista, gastroenterologo, cardiologo, ecc.
1)
Dentista
È assai noto che anoressia e bulimia fanno ricorso alla
pratica del vomito per annullare gli effetti calorici delle abbuffate
bulimiche e per perseguire l’ideale della magrezza assoluta anoressica.
Questo passaggio frequente di vomito, che in termini medici chiameremo
emesi, anche per decine di volte al giorno lungo l’esofago, in gola e in
bocca, produce come conseguenza delle gravi lesioni dentarie dovute
all’erosione dello smalto come conseguenza dell'azione acida del succo
gastrico che giunge in bocca. Se lo stomaco che contiene i succhi gastrici è
infatti biologicamente predisposto per sopportare il PH acido, esofago,
bocca e denti non sono progettati per questo e pagano con la corrosione
l’esposizione agli acidi. L'erosione dei denti è irreversibile e colpisce in
misura maggiore i denti frontali (nella parete interna), ma non progredisce
quando la paziente cessa di vomitare. Il colore dei denti tende al
giallo-marrone ed aumenta ovviamente la frequenza della carie, venendo meno
la protezione naturale dello smalto. Dopo alcuni anni di vomito frequente i
denti rischiano di scheggiarsi e cadere, e sono necessari costosi interventi
dentistici di ricostruzione e/o rivestimento.
In soggetti che vomitano
spesso compare di solito anche un ridotto flusso salivare con alta
concentrazione salivare di lactobacilli e streptococchi. Sebbene non elimini
i danni, è consigliabile la pulizia dentaria nel post-vomito tramite un
colluttorio, per abbassare il PH interno al cavo orale.
Per i danni
dentari oggi un dentista può applicare un sopra-smalto sui denti, una
sostanza apposita e trasparente che resiste all'azione degli acidi nel
periodo di esposizione quotidiana al vomito. È buona norma consigliare
sempre al paziente tale pratica. Inoltre è sempre da consigliare l'uso di
farmaci gastroprotettori specifici per proteggere il cavo orale (gengive,
mucose, gola, esofago).
2) Gastroenterologo
Proseguendo quanto detto per il dentista, il passaggio del vomito, e quindi
dei succhi gastrici acidi, all’interno dell’esofago crea il rischio della
formazione di ulcere lineari e diverticoli esofagei, che se non prevenute o
curate in tempo espongono il paziente ad un grave rischio di emorragia
interna dovuta alla rottura delle pareti dell’esofago, con conseguente
rischio di morte. Ovviamente il rischio di ulcere non può non riguardare
anche lo stomaco, esposto durante le abbuffate bulimiche e di binge ad una
incredibile dilatazione delle sue pareti, tanto da poter arrivare ad una
rottura meccanica con conseguente emorragia interna. Anche le valvole di
entrata ed uscita dello stomaco (cardias e piloro) che lo separano
dall’esofago e dall’intestino, tendono a non funzionare più a dovere e
spesso a non “chiudersi” più, così che è frequente il cosiddetto riflusso
gastro-esofageo, cioè il ritorno spontaneo (cioè non indotto da vomito) del
cibo dallo stomaco verso l’esofago. Inoltre si assiste spesso ad una
alterazione della peristalsi intestinale, cioè dei movimenti delle pareti
intestinali per lo scorrimento del cibo durante la digestione. Infine a
causa dell’uso diffuso di prodotti lassativi si può assistere anche a forme
importanti di aerofagia e stipsi. Esattamente come nel caso del dentista,
anche a questo livello è bene consigliare l’uso costante di farmaci
gastroptotettori, e nel caso il paziente faccia uso di farmaci curativi
generici (ad esempio pastiglie per il mal di testa, ecc), di selezionare
farmaci già gastroprotetti, ormai facilmente reperibili in ogni farmacia.
2) Ginecologo
È noto che uno dei primi e più
conosciuti sintomi organici che permettono di ipotizzare una diagnosi di
anoressia è l’amenorrea, cioè interruzione totale o temporanea del ciclo
mestruale dovuta alla perdita eccessiva di peso, alla restrizione alimentare
o all’iperattività ginnica. Nella maggior parte dei casi si normalizza con
il recupero ponderale o la riduzione dell'iperattività fisica e della
restrizione alimentare. In altri casi invece, più vicini alla clinica della
psicosomatica, è necessaria una terapia psicologica che esamini il
particolare valore simbolico del ciclo, dell’ovulazione, della possibilità
di rimanere in cinta e di generare un figlio, e più in generale il rapporto
con la femminilità e l’idea di maternità. Senza contare ovviamente la fobia
inconscia di vedersi dilatare il ventre e di assistere ad una dilatazione
delle forme corporee. Va specificato che l’amenorrea non riguarda solo
l’anoressia, ma anche quelle forme di bulimia con vomito in cui il corpo
viene mantenuto in uno stato di grave sottopeso. La conseguenza medica
dell’amenorrea è un ipoestrogenismo che può generare a sua volta una forma
di osteopenia, cioè di riduzione della massa ossea. In soggetti anoressici o
con molti anni di anoressia alle spalle è infatti frequente riscontrare una
riduzione della crescita ossea o una osteoporosi che va compensata con cure
apposite a base di calcio. Importante è a questo livello l’interrogativo
sulla opportunità o meno, da parte del ginecologo, di prescrivere delle cure
ormonali, cioè di somministrare estrogeni come supposta terapia per
compensare i problemi medici connessi all’anoressia e riattivare il ciclo
mestruale, pratica questa molto diffusa. Però è bene ricordare che
somministrare estrogeni ad una ragazza anoressica può impedirle di
recuperare la sua massa ossea perduta, perché gli estrogeni non aumentano la
riformazione della massa ossea. Un dettaglio che è bene ricordare alle
pazienti anoressiche che chiedono una cura ormonale (spesso sono i genitori
a spingere verso queste cure).
4) Cardiologo La cardiologia è forse la disciplina più
importante quando ci si avvicina ad un soggetto ammalato di DCA, perché i
rischi di morte più diffusi nel campo dei disturbi alimentari è dovuto ad
arresto cardiaco improvviso. Improvviso si, ma non per questo non
preventivabile e non evitabile. Nella bulimia il rischio di arresto cardiaco
si presenta durante l’abbuffata e il vomito successivo, a causa della
carenza improvvisa di potassio (perduto con il vomito e o con i lassativi),
perché il potassio è una molecola fondamentale per il funzionamento del
muscolo cardiaco. Al rischio di arresto cardiaco concorre anche l’enorme
affaticamento cardiaco connesso allo sforzo corporeo del vomito. Lo stesso
vale nel caso dell’anoressia con vomito. Tale rischio è in parte
verificabile in anticipo perché il battito cardiaco diventa irregolare a
causa dell’ipo-potassemia (o ipo-kaliemia). Una regola semplice ma
fondamentale impone di compensare le quote di potassio perduto con il vomito
attraverso cibi che lo contengano (ad esempio le banane) oppure attraverso i
numerosi integratori esistenti in commercio (come ad esempio il Polase).
Nell’anoressia invece si assiste ad una frequente bradicardia, cioè ad una
drastica riduzione del battito cardiaco. 5) Ortopedico Come già anticipato
parlando del ginecologo, l’ amenorrea, cioè l’interruzione del ciclo
mestruale, genera come conseguenza l’osteopenia (o osteoporosi), ovvero la
riduzione della massa ossea e della calcificazione delle ossa. Valgono le
cose già ricordate, cioè il consiglio di evitare per quanto possibile delle
cure ormonali con estrogeni, in quanto può impedirle di recuperare la sua
massa ossea già perduta, perché gli estrogeni non aumentano la riformazione
della massa ossea. 6) Endocrinologo L’endocrinologo, cioè l’esperto delle
malattie metaboliche ed ormonali, è particolarmente prezioso quando i
disturbi alimentari finiscono per creare disfunzioni ormonali o addirittura
un malfunzionamento della tiroide. In casi simili purtroppo si assiste a
gravi scompensi di peso che possono portare un soggetto a prendere molto
peso in pochissimo tempo. Anche ChiaraSole ricordava come in un solo mese di
tempo fosse aumentata di circa trenta chili di peso pur alimentandosi
pochissimo a causa appunto di una ridotta funzionalità della tiroide.
Non
è facile prevenire o riconoscere con anticipo rischi di questo tipo, che più
spesso obbligano ad interventi a posteriori e di lungo corso.
7) I danni e i segnali visibili sul corpo
Sono molti i
segnali di riconoscimento a scopo diagnostico reperibili sul corpo di un
soggetto bulimico. Se per l’anoressia si è infatti facilitati dal sottopeso
evidente e non celabile, per la bulimia a volte si rischia di essere tratti
in inganno da un peso regolare e da una normale alimentazione durante i
pasti. Invece ci sono dei segnali inequivocabili che si possono imparare a
riconoscere: innanzitutto gli angoli della bocca, spesso screpolati a causa
del passaggio del vomito che corrode le mucose e l’ipertrofia delle
ghiandole salivari poste sul collo, proprio sotto le orecchie, che risultano
molto dilatate, creando il cosiddetto “effetto rana” (perché ricorda il viso
di una rana quando gonfia il collo). Tale ingrossamento si estende ai
tessuti e alle mucose dell’arcata mandibolare gonfiando in modo molto
pronunciato la zona più alta e laterale del collo. Anche la pelle può, nei
casi più gravi, apparire rovinata, secca e squamosa, come pure si può
assistere ad un diradamento o alla perdita di capelli. Ma più significative
sono le mani e le dita spesso segnate da piccole ferite o escoriazioni
generate dall’autoinduzione del vomito. Infatti infilandosi le dita (o
l’intera mano) in gola, spesso lo sfregamento violento con i denti lascia
queste tracce. Un altro segno diffuso è il cosiddetto “lanuguo”, cioè la
crescita di peluria diffusa su tutto il corpo, compreso il viso, come
protezione dal freddo a cui è esposto un corpo gravemente sottopeso.
Oltre ai danni medici fin qui indicati vanno menzionati almeno in modo
generale i rischi di gravi danni neurologici (peraltro irreversibili) che
possono derivare da prolungate restrizioni alimentari, ad esempio per
ipovitaminosi.
Ricapitolando in forma schematica ciò che abbiamo fin
qui detto:
Complicanze mediche DCA
Deficit di b12 , folati e ferro.
Elettroliti e minerali si modificano per comportamenti purgativi/diuretici.
Ipocloremia e ipopotassiemia (perdita potassio)
Rischio di alcalosi
metabolica
Ipovolemia (iperaldosteronismo con disidratazione secondaria e
natriemia)
Complicanze esofago-gastro-intestinali (rottura
stomaco/esofago)
Squilibri idroelettrolitici
Squilibri del metabolismo
acido-base soprattutto ipokaliemia